Chiamiamoli per nome... parte 2

Continuiamo, dal precedente articolo, a parlare dei sigari italiani, delle varie tipologie e delle varie case produttrici, per aiutare chi si affaccia adesso nel mondo del fumo lento a far chiarezza tra le varie sigle ed abbreviazioni. Se nel precedente articolo abbiamo parlato di MST, AMAZON e MOSI, questa volta parleremo di altre due case che hanno preso mercato ultimamente e che sono sempre, e dico sempre, abbreviate: CTS e NdB.

CST: La Compagnia Toscana Sigari è un’azienda indipendente che ha una storia relativamente giovane, dopo un primo periodo dedicato allo sviluppo del progetto, alla sperimentazione, alla ristrutturazione e all’acquisizione delle attrezzature necessarie, nel 2015 ha cominciato la commercializzazione del Mastro Tornabuoni Scorciato e, qualche mese dopo, del Mastro Tornabuoni Long. In seguito, il catalogo prodotti si è allargato e, a oggi, consta di svariate referenze.  L’idea alla base è quella di chiudere la filiera sul territorio della Valtiberina, utilizzando solo materie prime e rispettando tutti i dettami della tradizione. Lo stabilimento, è stato recuperato e ristrutturato, senza consumo di territorio. Il tabacco utilizzato è Kentucky prodotto in gran parte localmente: sono linee varietali per le quali è stato curato l’adattamento al terreno e alle esigenze produttive. Lo stabilimento, ubicato in località Trebbio, a Sansepolcro, è attrezzato per il ricevimento del tabacco verde, per effettuarne la cura a fuoco e tutte le fasi pre-manifatturiere e manifatturiere. Presentano una linea di meccanizzati e alcune referenze, come la linea Mastro Tornabuoni, fatta a mano;  tra i nomi di cui potreste trovare accenno nei social c’è lo scorciato (anche in versione riserva con l’ultimo nato), il Lustro (con il quale la Compagnia Toscana Sigari celebra i suoi primi cinque anni di vita) o l’Orciolo, il primo sigaro 100% Biologico.

Troverete sicuramento un certo "Long", è la naturale abbreviazione del Mastro Tornabuoni Long Filler, un sigaro fatto a mano con costruzione, appunto, Long Filler.

Per costruzione Long filler si intende un sigaro costruito con un ripieno composto esclusivamente da porzioni di foglia lunghe quanto il corpo del sigaro, non quindi da pezzatura piò o meno grossa di ripieno battuto. L'argomento long Filler così non è degnamente esposto, già di per se genera spesso incomprensioni, quindi necessiterebbe di un articolo a se, vediamo, intanto date per buone le poche righe scritte sopra. :-)

Ndb: I sigari Nostrano del Brenta sono una realtà un pochino diversa da quelle che di cui abbiamo parlati fino ad ora, parliamo infatti sempre di sigari fatti in Italia, ma, questa volta, non parliamo di tabacco Kentucky.

Le leggende narrano che fu un monaco benedettino a portare nella Val del Brenta il seme del tabacco che aveva nascosto nell’incavo del suo bastone prima di tornare a casa dalle Americhe.

Non sappiamo se sia la verità od una leggenda, ma è storicamente assodato che questo tipo di tabacco in Italia comparve per primo a Campese e nella Valle del Brenta, verso la fine del 500, proprio ad opera dei monaci che ivi avevano un monastero. Questo tipo di sigari ha attraversato un lungo periodo fatto di divieti, contrabbando, licenze che necessiterebbe di un articola a parte, fino ad arrivare, nel 1939, alla nascita del Consorzio Tabacchicoltori Monte Grappa.

Le aziende associate che coltivano e conferiscono il tabacco che verrà utilizzato per la produzione degli “Antico Sigaro Nostrano del Brenta 1763” sono tutte situate in Veneto nelle Provincie di Padova, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza, che è il territorio tipico nel quale, nel corso dei secoli, l’originale pianta habanos si è adattata e sviluppata esaltando tutte le proprie qualità, e diventando Nostrano Del Brenta.

Sigari, quindi, lavorati a mano e con una forma che ricorda gli altri sigari Italiani, ma con un’anima ed un’origine Oltre Oceano, che gli rende molto diversi dai sigari di cui abbiamo parlato fino ad ora. Non troviamo le asperità o la ruvidezza del tabacco Kentucky ma più una dolcezza ed una fumata che non porta a rimpiangere alcuni sigari Cubani.

Troviamo sia sigari bitroncoconici interi che sigari ammezzati, tra i nomi che vengono spesso citati sui social possiamo trovare Il Doge, Il Benedettino, Il Casanova, Il mercante di Venezia, solo per citarne alcuni. E qui, se non lo ave notato, i nomi ci vengono un pochino in aiuto: sono tutti nomi che riportano alla mente inequivocabilmente la zona veneta di produzione.

Con questo penso di aver dato un’infarinatura, molto spicciola e forse poco esaustiva, lo riconosco, ma tale da far capire a chi si interessa del panorama dei sigari italiani un pochino con quali realtà ha a che fare ed a riconoscere alcune aziende produttrici o le loro sigle.

Detto questo, va bene l’uso dei social per cercare di capire i vari sigari, essere indirizzati su quelli più adatti ai nostri gusti, ma di gusti si parla: proviamo, cerchiamo di farci un nostro palato e scopriamo il più possibile da soli quali ci piacciono  e giudichiamo e recensiamo di testa nostra. 

 Ah, a proposito, all’inizio el primo articolo avevo parlato di un sigaro fumato alla maremmana, non si intende che bisogna andare a fumarlo in maremma ma che viene fumato intero, senza ammezzarlo! Perché si dice così: tradizione vuole che a fumarlo intero fossero i butteri, i pastori tipici della Maremma, che passando la giornata a cavallo dovevano avere le mani sempre sulle briglie e quindi non potevano tagliarli. Un modo di dire che mi ha sempre lasciato perplesso, ma quello è.

Per ora, un saluto e il solito consiglio: dedicatevi del tempo, voletevi bene!

IL PRESENTE ARTICOLO E’ INDIRIZZATO AD UN PUBBLICO MAGGIORENNE E INTERESSATO AL MONDO DEL FUMO LENTO.

NON COSTITUISCE ISTIGAZIONE AL FUMO. SI RICORDA CHE IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE