Birra e Sigari... Don Abbondio salvaci tu!

Uno dei ricordi scolastici più agghiaccianti era il ragazzo del primo banco che, mescolando gelato e popcorn, si vantava della sua elegante classe culinaria… ricordo pure un altro caro amico, un vero nerd del Dungeons&Dragons, che univa carne in scatola e nutella sostenendo che solo conquistare il cuore della regina degli elfi gli avrebbe dato maggiore soddisfazione… Ricordi di scuola… roba da “Libro Cuore Atto 2: Colpo al Fegato” Tant’è che poi, crescendo, ci siamo resi conto un po’ tutti che i colpi al fegato sarebbero stati ben altri… ed anche i colpi al cuore… come ad esempio quando abbiamo iniziato prima a bere birra, poi ad offrirla alla ragazza di turno che puntualmente rifiutava, per poi consolarci nella ricerca di un abbinamento con le cose più impensate: cibo, formaggio, miele, marmellata, dolci. …ed infine lo sfregio per antonomasia: il sigaro! Già… perché se già l’antica arte dell’abbinamento birra/cibo è una navigazione in acque libere e profonde, dove l’onda lunga ti porta spesso verso uno sconosciuto “altrove”, il birra/sigaro è come andare alla deriva su una zattera bucata, col mare in tempesta e con pinne appuntite a far capolino fra le onde. Proviamoci comunque… perché Robinson Crusoe e Tom Hanks, sono testimoni che una zattera a volte allunga la vita! Partiamo da una domanda: abbiniamo una birra al sigaro… oppure un sigaro alla birra?

Vedo questo come uno dei rari casi in cui sia d’obbligo mantenere fisso un elemento, il sigaro, e lasciare che questo ci apra la via della navigazione (per restare in tema) verso la ricerca di una combinazione birraria che possa contrastare oppure affiancare la moltitudine di fumosi aromi. Nei sigari possiamo trovare vari elementi che li caratterizzano: dolce o amaro, talvolta salato o piccante, lunghezza aromatica o ariosità, forza nicotinica o morbidezza… oltre ad una infinita gamma di aromi che vanno dai più delicati paglia ed erba fresca, ai più sontuosi cuoio invecchiato o cioccolato fondente, passando attraverso spezie, caramello, vaniglia, frutta secca, sentori balsamici nelle varie sfumature della menta, agrumi, legno secco o bruciato, caffè, terra fresca o torba. Questi stessi elementi possiamo ritrovarli anche in diversi stili birrari. Nelle IPA e nelle APA riconosciamo simili sensazioni amare ed erbacee, fruttate ed agrumate. Nelle Saison invece sono le complesse speziature a giocare un ruolo essenziale. Il caramello è un sentore molto presente nel panorama birrario, lo si trova delicato nelle English Bitter oppure molto deciso nelle Bock tedesche. Terra e torba sono prerogativa di Strong Ale inglesi o scozzesi, mentre cuoio ed altri aromi tipici dell’invecchiamento sono invece ben riscontrabili in birre straordinarie quali Oud Bruin, Flemish Red Ale fino ai più impegnativi Lambic e Oude Geuze. Infine, quasi a sovrapporsi con alcuni dei tratti caratterizzanti di molti sigari, c‘è tutta la gamma delle Porter e delle Stout che ci immergono in mondo di caffè, cioccolato, orzo tostato e frutta secca. Notare bene: abbiamo finora preso alla fune il bouquet aromatico del sigaro ed abbiamo navigato al suo fianco. Proviamo ora ad andare con la prua direttamente incontro alle onde, avvicinando le birre ai sigari al fine di contrastarne gli aromi.

Ecco che il fieno e l’erba secca tagliata di alcuni sigari delicati può contrapporsi al dolce confetto di una Helles tedesca oppure l’amaro fumoso di un sigaro costruito con maturo tabacco kentuky potrebbe fronteggiare il dolce-banana-speziato di una forte Weizenbock bavarese. Allo stesso modo, un aromatico e dolce sigaro dominicano opporrebbe la giusta resistenza all’amaro agrumato di una APA mentre azzarderemo l’incontro/scontro di un sigaro cubano, realizzato con tabacco di Pinar del Rio dai complessi aromi terrosi e di stalla, con una dolce e torbata Scotch Ale. Come funziona per i distillati, così funziona per la birra! Non è solo una questione di aromi, ma anche di potenza! Certi sigari reggono forti distillati come whisky, rhum o calvados, altri sigari ne sarebbero sovrastati. Ecco allora arrivare in soccorso il cognac, il vermouth, il vino o lo champagne, il caffè d’orzo… Con lo stesso meccanismo, a sigari forti si può provare ad accostare una corposa birra di alto tenore alcolico e dal bouquet aromatico esplosivo, mentre a sigari più delicati ed ariosi sono più adatte birre meno complesse, dal corpo esile e con spettri gustativi più lineari. Questa lunga ed articolata analisi, credo vada a sottolineare non tanto la soluzione del problema quanto invero la sua complessità. Una cosa tuttavia è certa: a tavolino si possono azzardare teorie e riflessioni, ma la prova empirica, valutata con la personale sensibilità alle infinite combinazioni degli aromi, è sempre un’ottima soluzione!

Fino all’ultimo sono stato indeciso se proporre qualche esempio concreto, qualche mio esperimento, facendo nomi e cognomi di alcuni abbinamenti che al mio palato sono parsi interessanti… Mi sembrava di fare le marchette… diciamo così… ma in fondo non essendo sponsorizzato da nessuno… innocente sono ed innocente rimango! Perciò… via con le danze! Toscano Modigliani e Kappa Kölsch di Manifattura Birre Bologna… Sigaro delicato dai sentori di fieno maturo e legno fresco; birra dolce e fruttata, amaro leggero e lunga persistenza. La Aurora 107 e Saison de Pipaix Brasserie a Vapeur… Sigaro complesso e speziato, con note legnose, floreali ed un tocco finale di liquirizia; birra rustica e dissetante dove prevalgono spiccati sentori pepati e floreali con una delicata nota acidula. Nostrano del Brenta Clandestino e Schneider Weisse Aventinus Eisbock… Sigaro erbaceo a crudo che vira su aromi di caffè e di legno tostato durante la fumata; birra molto corposa e caramellata, dolce con qualche nota di cacao amaro ad equilibrare una bevuta calda e persistente. Toscano Il Moro e Rodenbach Gran Cru Flemish Red Ale… Sigaro dalle complesse caratteristiche di legni aromatici e frutta secca tostata, di grande corpo, sapore e persistenza; Ale belga ottenuta dal blend di birra giovane e birra matura, invecchiato poi in botti di quercia, decise note liquorose di frutti rossi sotto spirito accompagnano una bevuta non particolarmente corposa ma pulita e secca dal lieve tono acidulo, non manca sul finale un valzer suadente di legno e frutta secca. Concludendo, azzardo un parere personale che, paradosso dei paradossi, confuta l’apertura di questa mia cervellotica elucubrazione fumo-brassicola: ebbene sì, il vero colpo al cuore è stato scoprire che questo matrimonio s’ha proprio da fare.