Whisky di Montagna… Whisky in stile italiano

Quando parliamo di whisky la mente innegabilmente parte per territori al di là dei nostri confini, in primis la scozia che, dallo Speyside a Sky, ha una varietà di eccellenze non discutibili data da un territorio con particolarità e caratteristiche differenti e una tradizione secolare nella distillazione.

Ma…

Oggi voglio parlare di UN (perché non dico che sia l’unico) whisky italiano prodotto dagli amici della distilleria Villa de Varda che, dopo un lungo percorso e una lunga fase di studi e preparatoria difficile ma eccitante, prende vita con una nuova linea dal nome Inquota.

La regione del Trentino Alto Adige, che personalmente porto nel cuore e visito appena ho l’occasione, è un territorio meraviglioso di vette di alta quota, prati e boschi meravigliosi, torrenti e ghiacciai delle dolomiti.

Cerco di salire da quelle parti una o due volte l’anno ed è proprio durante uno dei miei periodi di ferie che ho conosciuto Villa de Varda ed ho conosciuto Mauro Dolzan, uno dei due fratelli alla guida dell’azienda.

Mi dilungo un attimo per raccontare il nostro incontro perché, secondo me, è significativo: l’ho contattato presentandomi (il numero dato da amici), dicendo che passavo da quelle parti e chiedendo se c’era modo di incontrarci. Alla sua risposta affermativa mi aspettavo un incontro veloce e sommario in cui mi avrebbe lasciato qualche dépliant ma… mi sono trovato con una persona che trasmetteva passione per la sua azienda e che mi ha fatto fare una visita PERSONALIZZATA di quasi due ore della sua azienda, spiegandomi e illustrandomi tutti i processi di produzione fino… agli assaggi (pochi perché dovevo continuare il viaggio).

Da lì le sue grappe sono entrate a far parte dei prodotti fissi che tengo in tabaccheria.

Negli anni successivi ci hanno stupito con una linea di grappe invecchiate in botti ex whisky Glenfarclas, ex Aldea rum, ex peated whsiky ed ex Sherry (per citare solo alcune che ho avuto il piacere di assaggiare), grazie alla collaborazione e alle botti utilizzate dalle relative aziende produttrici, portando la grappa verso nuovi orizzonti e forse… anche… iniziando a farsi le ossa e pratica per questo nuovo progetto.

Ma torniamo appunto al progetto whisky.

Partiamo dalle materie prime:

-i cereali, quei cereali che davano sostentamento alla popolazione trentina in antichità e che ancora oggi troviamo nella cucina tradizionale; sono cereali winter ossia, per ottimizzare il delicato equilibrio di coltivazione in montagna e per ottimizzare le coltivazioni, vengono piantati in settembre sopra i 1000 metri in modo da prendere un poco di robustezza e alle prime nevi saranno coperti e rimarranno tutto l’inverno sepolti sotto il delicato manto nevoso.

-l’utilizzo dell’acqua di sorgente delle dolomiti di Brenta, preziosa e protetta dall’UNESCO

Uniamo questi due elementi alla lunga esperienza nella distillazione e nell’invecchiamento dei distillati della famiglia di Villa de Varda (sei generazione credo che siano un know-how di tutto rispetto) e il gioco è fatto. La linea al momento vanta quattro referenze, un RYE e quindi segale invecchiato 5 anni in rovere e tre single malt da orzo con tre invecchiamenti interessanti: tutti in rovere ma con tre finish diversi e presi da legni tipici legati al territorio o da vini importanti del panorama enologico italiano che sono

Abete rosso della Val di Fiemme, botti ex Amarone e botti ex Passito di Pantelleria.

Ogni whisky è studiato per esaltare al massimo le sue qualità, dall’invecchiamento al grado alcolico che è diverso da tipo a tipo per cercare di esaltare il profilo aromatico di ciascun prodotto.

Quattro prodotti diversi, troviamo la morbidezza (ma con personalità) dell'invecchiato nel legno di abete rosso, con le sue sfumature resinose e balsamiche, troviamo un gusto raffinato con note speziate e finale di confettura di ciliegia dell'invecchiato in botti ex amarone, note floreali nel ex passito, ricchezza aromatica con banana, mango, uva sultanina nel Rye.... insomma c'è da divertirsi! 

Riporto qui alcune note prese direttamente e per pigrizia dal sito dell’azienda ma in cui, devo dire, mi ritrovo appieno.

Che dire, in una chiacchierata con gli amici della pagina Facebook “Amanti del Sigaro Toscano” Mauro ci aveva detto che prima di Natale sarebbe uscito con delle bombe... non si sbilanciava ma si capiva che sarebbe stato qualcosa di importante… e così è stato!

Se avete dato un’occhiata alle piccole schede avrete visto che questa prima edizione è relativamente piccola, tra le 1678 bottiglie per l’invecchiato in legno di abete rosso e le 1978 del RYE… non sappiamo se la prossima sarà più numerosa, uguale o con invecchiamenti diversi (Mauro non si sbottona), ma la curiosità a questo punto è tanta.

Per ora non ci resta, magari durante queste vacanze di Natale, di regalarci qualche momento per noi degustando queste meraviglie, perché no, con un buon toscano acceso!

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