La conservazione dei sigari caraibici

In un articolo precedente abbiamo parlato dell’utilizzo di Humidor per i sigari in Kentucky, un argomento oggetto di dubbi e perplessità, con opinioni spesso contrastanti.   leggi qui

Parliamo adesso dei sigari per cui l’Humidor è stato inventato e su cui siamo tutti d’accordo sulla necessità del suo utilizzo: i caraibici.

E ricordiamo: mai conservare i sigari di Kentucky, fire cured, insieme a sigari caraibici, MAI!

Vediamo, più che i sistemi di umidificazione (su cui comunque a fine spenderemo qualche parola) cosa vuol dire conservare bene (o male) i sigari caraibici e quali fattori entrano in gioco.

I sigari caraibici di qualità, essendo privi di sostanze conservanti e additivi per conservarne l’umidità, richiedono condizioni di conservazione particolari.

Viene consigliata una umidità relativa intorno al 70% in quanto tale valore consente ai sigari di mantenere il loro grado di umidità naturale che è pari ad un contenuto di acqua del 13-14 % del peso ed una temperatura intorno ai 18°.

Senza entrare nel dettaglio del concetto di umidità relativa e dei processi fisici che la regolano, ci basti dire che è il rapporto tra la quantità di vapore acqueo presente in un luogo e la quantità massima che può essere contenuta in quel luogo (fino a raggiungere la saturazione, ovvero il 100%, ovvero quando inizia a gocciolare).

E ci interessa anche la temperatura, in quanto, ferme restando la pressione e la quantità di vapore presente, qualsiasi variazione della temperatura determina una variazione della u.r.

La cosa che più danneggia il sigaro è proprio lo sbalzo tra condizioni diverse, un sigaro potrebbe sopravvivere, ad esempio, alle condizioni improprie ma costanti di 16 gradi e 75% di umidità, ma può danneggiarsi se nell’arco della giornata subisce ampi sbalzi di temperatura e/o di umidità, andando quest’ultimi a modificare l’elasticità e la dimensione delle foglie. In particolare quando umidità e temperatura diminuissero repentinamente, le foglie esterne, che risentono per prime della variazione, si restringerebbero comprimendo l’interno e si fessurerebbero per diminuita elasticità. Oppure, nel caso opposto, tenderebbero a dilatarsi distaccandosi dagli strati sottostanti. Tali sollecitazioni, se ripetute e incisive, possono nuocere all’estetica e al tiraggio dei sigari.

Il problema non è solo estetica o tiraggio (cose già di per se importanti): se variano le condizioni possono accadere cose ben più gravi.

Sappiamo che una temperatura insufficiente comporterà un aumento artificioso della U.R e può portare ad una situazione con cui avremo fenomeni di sfoliazione al ritorno a temperature normali. Una umidità eccessiva produrrà un tiraggio eccessivo con fumo caldo e acre, una maggiore secchezza e fragilità delle foglie e la possibilità di sviluppo del temibile tarlo.

Per quanto riguarda l’umidità, se essa è insufficiente produrrà una combustione irregolare ed una perdita di elasticità delle foglie. Se scendiamo sotto la soglia del 60% i sigari si seccheranno privandosi velocemente degli oli, la capa sarà soggetta a crepe durante il taglio, i sapori tenderanno al secco ed all’acido.

Una umidità eccessiva porterà a trovarci con un sigaro che avrà un tiraggio difficoltoso e con spegnimenti frequenti, un fumo pesante e forte e infine, ahimè, la formazione di muffe.

Abbiamo parlato nell’altro articolo dei sistemi di umidificazione, senza ripeterci diciamo che se vogliamo fare un discorso più ampio e andando a parlare anche di soluzioni più onerose possiamo citare, oltre ai sistemi di cui abbiamo parlato precedentemente e che possiamo definire statici, anche dei sistemi dinamici in cui il controllo dell’umidificazione avviene tramite un sistema elettronico o elettromeccanico.

Apparecchi o sistemi come i Cigar Oasis che potete inserire nel vostro humidor e sono già un buon compromesso tra i sistemi elencati precedentemente e i sistemi più…..costosi.

Ci sono infatti soluzioni come humidor o cabine o armadietti refrigerati che possono garantire sia i valori di umidità che di temperatura, sono senza dubbio i migliori, ma preparatevi a spendere tanti bei soldini.

E oltretutto per soluzioni “domestiche” sarebbe forse per i più eccessivi.

In definitiva la soluzione economica di tutti i problemi per la conservazione casalinga dei sigari è senz’altro rappresentata, come abbiamo detto nello scorso articolo, dai boveda: basta mettere la busta nell’humidor e al problema della umidità non dobbiamo più pensare, il problema della temperatura con un minimo di accortezze da parte nostra dovremmo riuscire a tenerlo a bada.

Abbiate cura dei vostri sigari, vi regaleranno momenti di relax impagabili.

Per ora, un saluto e il solito consiglio: dedicatevi del tempo, voletevi bene!

IL PRESENTE ARTICOLO E’ INDIRIZZATO AD UN PUBBLICO MAGGIORENNE E INTERESSATO AL MONDO DEL FUMO LENTO.

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